Fasore

In elettrotecnica un fasore è un numero complesso che rappresenta un'onda sinusoidale di una specifica frequenza.[1] Essendo un numero complesso è rappresentabile nel piano complesso come un vettore sfasato rispetto all'asse reale di un certo angolo o fase, da qui l'origine del termine fasore, parola macedonia composta da fase e vettore. I fasori sono utilizzati dal metodo simbolico quale comoda rappresentazione in campo complesso di grandezze fisiche reali oscillanti come, in particolare, le grandezze elettriche, tensione o corrente.

Definizione

Rappresentazione del vettore rotante

Un'onda sinusoidale v ( t ) {\displaystyle v(t)} è caratterizzata da un'ampiezza V max {\displaystyle V_{\max }} , una frequenza f {\displaystyle f} e una fase iniziale ϕ 0 {\displaystyle \phi _{0}} . Alla frequenza, grandezza pari all'inverso del periodo T {\displaystyle T} dell'onda, è possibile associare una pulsazione ω = 2 π f {\displaystyle \omega =2\pi f} tale per cui l'equazione dell'onda allora risulta:[2]

v ( t ) = V max cos ( ω t + ϕ 0 ) {\displaystyle v(t)=V_{\max }\cos(\omega t+\phi _{0})}

Nell'analisi dei circuiti elettrici in corrente alternata è necessario effettuare diverse operazioni algebriche tra sinusoidi, allora per semplificare i calcoli è possibile associare univocamente a ogni onda sinusoidale un numero complesso detto fasore. Si definisce allora un numero complesso tale che la sua parte reale sia pari alla funzione v ( t ) {\displaystyle v(t)} , e che abbia parte immaginaria tale da poter impiegare direttamente la formula di Eulero, essendo la parte reale una funzione coseno. Si determina allora il numero complesso:[3]

V max cos ( ω t + ϕ 0 ) + j V max sin ( ω t + ϕ 0 ) {\displaystyle V_{\max }\cos(\omega t+\phi _{0})+jV_{\max }\sin(\omega t+\phi _{0})}

In elettrotecnica l'unità immaginaria è indicata con la lettera j {\displaystyle j} al fine di evitare confusione con l'intensità di corrente, generalmente indicata con la lettera i {\displaystyle i} . In un sistema di coordinate polari, tramite la formula di Eulero, il numero complesso appena ottenuto è riscrivibile come:[3]

V max e j ( ω t + ϕ 0 ) = V max e j ϕ 0 e j ω t {\displaystyle V_{\max }e^{j(\omega t+\phi _{0})}=V_{\max }e^{j\phi _{0}}e^{j\omega t}}

Sul piano complesso è possibile rappresentare V max e j ϕ 0 = V max ( cos ϕ 0 + j sin ϕ 0 ) {\displaystyle V_{\max }e^{j\phi _{0}}=V_{\max }(\cos {\phi _{0}}+j\sin {\phi _{0}})} come un vettore di modulo V max {\displaystyle V_{\max }} sfasato rispetto all'asse reale di angolo ϕ 0 {\displaystyle \phi _{0}} . Siccome però il numero ottenuto è V max e j ( ω t + ϕ 0 ) {\displaystyle V_{\max }e^{j(\omega t+\phi _{0})}} si ha che lo sfasamento con l'asse reale varia di un fattore ω t {\displaystyle \omega t} , si ha così nel piano complesso un vettore di che ruota in senso antiorario a velocità angolare ω {\displaystyle \omega } . Date queste proprietà il numero ottenuto è definito vettore rotante. Se le operazioni algebriche sono da effettuare su circuiti lineari caratterizzati da tensioni e correnti alternate di uguale frequenza allora è conveniente definire il fasore V ¯ {\displaystyle {\bar {V}}} come un vettore sul piano complesso di modulo pari al valore efficace V {\displaystyle V} della sinusoide (grandezza tale che V max = 2 V {\displaystyle V_{\max }={\sqrt {2}}V} ) e fase ϕ 0 {\displaystyle \phi _{0}} .[3]

V ¯ = V e j ϕ 0 {\displaystyle {\bar {V}}=Ve^{j\phi _{0}}}

La corrispondenza tra sinusoide e fasore allora è:[4]

v ( t ) = 2 R e ( V ¯ e j ω t ) {\displaystyle v(t)={\sqrt {2}}\,\mathrm {Re} ({\bar {V}}e^{j\omega t})}

In modo del tutto equivalente, definito il fasore complesso coniugato V ¯ = V e j ϕ 0 {\displaystyle {\bar {V}}^{*}=Ve^{-j\phi _{0}}} si ha che:

v ( t ) = 1 2 ( V ¯ e j ω t + V ¯ e j ω t ) {\displaystyle v(t)={1 \over {\sqrt {2}}}({\bar {V}}e^{j\omega t}+{\bar {V}}^{*}e^{-j\omega t})}

Proprietà

Somma e differenza

Definito il fasore V ¯ 1 = V 1 e j ϕ 1 = V 1 cos ϕ 1 + j V 1 sin ϕ 1 {\displaystyle {\bar {V}}_{1}=V_{1}e^{j\phi _{1}}=V_{1}\cos {\phi _{1}}+jV_{1}\sin {\phi _{1}}} e in modo analogo V ¯ 2 {\displaystyle {\bar {V}}_{2}} allora la somma tra i due è:[5]

V ¯ 1 + V ¯ 2 = V 1 cos ϕ 1 + V 2 cos ϕ 2 + j ( V 1 sin ϕ 1 + V 2 sin ϕ 2 ) {\displaystyle {\bar {V}}_{1}+{\bar {V}}_{2}=V_{1}\cos {\phi _{1}}+V_{2}\cos {\phi _{2}}+j(V_{1}\sin {\phi _{1}}+V_{2}\sin {\phi _{2}})}

Per estensione la sommatoria di n {\displaystyle n} fasori è:[5]

k = 1 n V ¯ k = k = 1 n V k cos ϕ k + j k = 1 n V k sin ϕ k {\displaystyle \sum _{k=1}^{n}{\bar {V}}_{k}=\sum _{k=1}^{n}{V}_{k}\cos {\phi _{k}}+j\sum _{k=1}^{n}{V}_{k}\sin {\phi _{k}}}

La differenza è realizzabile come la somma di fasori opposti:

V ¯ 1 V ¯ 2 = V ¯ 1 + ( V ¯ 2 ) {\displaystyle {\bar {V}}_{1}-{\bar {V}}_{2}={\bar {V}}_{1}+(-{\bar {V}}_{2})}

Prodotto e rapporto

Definiti i fasori V ¯ 1 {\displaystyle {\bar {V}}_{1}} e V ¯ 2 {\displaystyle {\bar {V}}_{2}} allora il loro prodotto è:

V ¯ 1 V ¯ 2 = V 1 V 2 e j ( ϕ 1 + ϕ 2 ) = V 1 V 2 ( cos ( ϕ 1 + ϕ 2 ) + j sin ( ϕ 1 + ϕ 2 ) ) {\displaystyle {\bar {V}}_{1}\cdot {\bar {V}}_{2}=V_{1}V_{2}e^{j(\phi _{1}+\phi _{2})}=V_{1}V_{2}(\cos {(\phi _{1}+\phi _{2})}+j\sin {(\phi _{1}+\phi _{2})})}

Per estensione la produttoria di n {\displaystyle n} fasori è:

k = 1 n V ¯ k = k = 1 n V k e j k = 1 n ϕ k {\displaystyle \prod _{k=1}^{n}{\bar {V}}_{k}=\prod _{k=1}^{n}{V}_{k}e^{j\sum _{k=1}^{n}\phi _{k}}}

Considerati i fasori V ¯ 1 {\displaystyle {\bar {V}}_{1}} e V ¯ 2 {\displaystyle {\bar {V}}_{2}} allora il loro rapporto è:

V ¯ 1 V ¯ 2 = V 1 V 2 e j ( ϕ 1 ϕ 2 ) {\displaystyle {{\bar {V}}_{1} \over {\bar {V}}_{2}}={V_{1} \over V_{2}}e^{j(\phi _{1}-\phi _{2})}}

Considerato il numero complesso coniugato V ¯ 2 = V 2 e j ϕ 0 {\displaystyle {\bar {V}}_{2}^{*}=V_{2}e^{-j\phi _{0}}} allora il prodotto coniugato è:

V ¯ 1 V ¯ 2 = V 1 V 2 e j ( ϕ 1 ϕ 2 ) {\displaystyle {\bar {V}}_{1}\cdot {\bar {V}}_{2}^{*}=V_{1}V_{2}e^{j(\phi _{1}-\phi _{2})}}

In particolare se V ¯ 1 = V ¯ 2 = V ¯ {\displaystyle {\bar {V}}_{1}={\bar {V}}_{2}={\bar {V}}} allora:

V ¯ V ¯ = V 2 {\displaystyle {\bar {V}}\cdot {\bar {V}}^{*}=V^{2}}

Derivata e integrale

Considerato il fasore V ¯ = V e j ϕ 0 {\displaystyle {\bar {V}}=Ve^{j\phi _{0}}} e il suo vettore rotante associato 2 V ¯ e j ω t {\displaystyle {\sqrt {2}}{\bar {V}}e^{j\omega t}} allora simbolicamente si indica la derivata del fasore come il fasore della derivata del vettore rotante:

d d t 2 V ¯ e j ω t = 2 V ¯ j ω e j ω t d V ¯ d t = j ω V ¯ {\displaystyle {d \over dt}{\sqrt {2}}{\bar {V}}e^{j\omega t}={\sqrt {2}}{\bar {V}}j\omega e^{j\omega t}\rightarrow {d{\bar {V}} \over dt}=j\omega {\bar {V}}}

Siccome j ω V ¯ = ω V e j ( ϕ 0 + π 2 ) {\displaystyle j\omega {\bar {V}}=\omega Ve^{j{(\phi _{0}+{\pi \over 2})}}} allora la derivazione moltiplica il modulo di un fattore ω {\displaystyle \omega } e introduce uno sfasamento in ritardo di π 2 {\displaystyle {\tfrac {\pi }{2}}} .

Analogamente per l'integrale:

2 V ¯ e j ω t d t = 2 V ¯ j ω e j ω t V ¯ d t = V ¯ j ω {\displaystyle \int {\sqrt {2}}{\bar {V}}e^{j\omega t}dt={\sqrt {2}}{{\bar {V}} \over j\omega }e^{j\omega t}\rightarrow \int {\bar {V}}dt={{\bar {V}} \over j\omega }}

Siccome V ¯ j ω = V ω e j ( ϕ 0 π 2 ) {\displaystyle {\tfrac {\bar {V}}{j\omega }}={\tfrac {V}{\omega }}e^{j{(\phi _{0}-{\pi \over 2})}}} allora l'integrazione moltiplica il modulo di un fattore 1 ω {\displaystyle {\tfrac {1}{\omega }}} e introduce uno sfasamento in anticipo di π 2 {\displaystyle -{\tfrac {\pi }{2}}} .

Leggi costitutive dei bipoli

Lo stesso argomento in dettaglio: Metodo simbolico.

Resistore

Considerato un resistore di resistenza R {\displaystyle R} su cui è applicata una corrente alternata i ( t ) {\displaystyle i(t)} allora per la legge di Ohm la tensione v ( t ) {\displaystyle v(t)} sul resistore è:

v ( t ) = R i ( t )   {\displaystyle v(t)=Ri(t)\ }

Associati i rispettivi vettori rotanti allora la relazione diventa:

2 V e j ( ω t + ϕ v ) = R 2 I e j ( ω t + ϕ i ) {\displaystyle {\sqrt {2}}Ve^{j(\omega t+\phi _{v})}=R{\sqrt {2}}Ie^{j(\omega t+\phi _{i})}}

In particolare si nota che il valore efficace della tensione è V = R I {\displaystyle V=RI} mentre la fase è ϕ v = ϕ i {\displaystyle \phi _{v}=\phi _{i}} . In termini di fasori allora:

V ¯ = R I ¯ {\displaystyle {\bar {V}}=R{\bar {I}}}

Induttore

La relazione costitutiva dell'induttore è:

v ( t ) = L d i ( t ) d t {\displaystyle v(t)=L{\frac {di(t)}{dt}}}

Associati i rispettivi vettori rotanti allora la relazione diventa:

2 V e j ( ω t + ϕ v ) = L d d t 2 I e j ( ω t + ϕ i ) = 2 j ω L I e j ( ω t + ϕ i ) = 2 ω L I e j ( ω t + ϕ i + π 2 ) {\displaystyle {\sqrt {2}}Ve^{j(\omega t+\phi _{v})}=L{d \over dt}{\sqrt {2}}Ie^{j(\omega t+\phi _{i})}={\sqrt {2}}j\omega LIe^{j(\omega t+\phi _{i})}={\sqrt {2}}\omega LIe^{j(\omega t+\phi _{i}+{\pi \over 2})}}

In particolare si nota che il valore efficace della tensione è V = ω L I {\displaystyle V=\omega LI} mentre la fase è ϕ v = ϕ i + π 2 {\displaystyle \phi _{v}=\phi _{i}+{\pi \over 2}} , si ha quindi che la corrente è in ritardo rispetto alla tensione. In termini di fasori allora:

V ¯ = j ω L I ¯ {\displaystyle {\bar {V}}=j\omega L{\bar {I}}}

Condensatore

La relazione costitutiva del condensatore è:

i ( t ) = C d v ( t ) d t {\displaystyle i(t)=C{dv(t) \over dt}}

Associati i rispettivi vettori rotanti allora la relazione diventa:

2 I e j ( ω t + ϕ i ) = C d d t 2 V e j ( ω t + ϕ v ) = 2 j ω C V e j ( ω t + ϕ v ) = 2 ω C V e j ( ω t + ϕ v + π 2 ) {\displaystyle {\sqrt {2}}Ie^{j(\omega t+\phi _{i})}=C{d \over dt}{\sqrt {2}}Ve^{j(\omega t+\phi _{v})}={\sqrt {2}}j\omega CVe^{j(\omega t+\phi _{v})}={\sqrt {2}}\omega CVe^{j(\omega t+\phi _{v}+{\pi \over 2})}}

In particolare si nota che il valore efficace della corrente è I = ω C V {\displaystyle I=\omega CV} mentre la fase è ϕ i = ϕ v + π 2 {\displaystyle \phi _{i}=\phi _{v}+{\pi \over 2}} , si ha quindi che la corrente è in anticipo rispetto alla tensione. In termini di fasori allora:

I ¯ = j ω C V ¯ {\displaystyle {\bar {I}}=j\omega C{\bar {V}}}

Note

  1. ^ Fasore, in Dizionario delle scienze fisiche, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1996.
  2. ^ Arturi, p. 182.
  3. ^ a b c Arturi, p. 183.
  4. ^ Arturi, p. 184.
  5. ^ a b Arturi, p. 185.

Bibliografia

  • Cesare Mario Arturi, Elettrotecnica 1: Reti elettriche e magnetiche, introduzione alla conversione magnetica, 2ª ed., Bologna, Società Editrice Esculapio, 2017 [2007], ISBN 978-88-7488-389-9.
  • Andrea Cristofolini, Grandezze periodiche (PDF), Università degli Studi di Bologna.

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